FederAnziani avverte: “Entro 3 anni non ci sarà più il Servizio Sanitario Nazionale”

servizio sanitario nazionale a rischio

Entro tre anni non ci sara’ piu’ il Servizio Sanitario Nazionale pubblico. A parlare e’ FederAnziani, la federazione delle associazioni della terza eta’ che, attraverso il suo Centro studi di economia sanitaria, e’ arrivato alla conclusione che è assolutamente necessario un netto cambio di rotta e l’abolizione del titolo V, altrimenti in meno di 3 anni lo Stato non potra’ piu’ garantire il Servizio Sanitario.

Tutto parte proprio dagli studi del Ministero della Salute e dell’Agenas, nei quali e’ provato un netto aumento del ricorso, da parte dei cittadini italini, ai servizi sanitari, alle prestazioni, alle indagini di laboratorio.I cittadini per ”esigenze economiche” preferiscono il privato a pagamento, in quanto piu’ veloce ed economico rispetto al pubblico; ticket e superticket sono troppo cari e le prestazioni, nel privato, sono eseguite in ambienti confortevoli, puliti e senza liste d’attesa, spendendo pure di meno. ”In verita’ – dichiara il Presidente di FederAnziani Roberto Messina – si deve ricorrere al privato perche’ con questi aumenti attraverso ticket, superticket e liste d’attesa il pubblico ha di fatto scaricato i cittadini italiani”.

 Secondo il Centro studi, non si puo’ continuare a volatilizzare miliardi di euro in sprechi inutili da parte di ospedali come ad esempio le mense o i pasti, lavanderia, spese telefoniche, e inserire ticket aggiuntivi e superticket per sostenere il sistema, favorendo cosi’ l’allontanamento dei cittadini dal SSN, o come nel caso delle vaccinazioni, non tenere in considerazione gli 8.000 morti l’anno a causa delle complicanze dell’influenza e continuare a impostare le circolari ministeriali o soprattutto a indire gare d’appalti regionali per l’acquisto dei vaccini con prodotti obsoleti o in altri casi non prioritari per la salute pubblica. Tutto cio’ e’ a dir poco scandaloso.

Il SSN – prosegue la nota di FederAnziani – non puo’ continuare a sostenere ‘costi inutili’, come le staminali, che inducono nella popolazione false speranze per sostanze e terapie erogate senza tener conto degli aspetti regolatori.

Non si puo’ speculare sulle malattie della popolazione e ignorare le agenzie regolatorie. Cosi’ facendo si rischia di finire nel Far West. Le cure devono essere di comprovata efficacia e sicurezza e non essere immesse sul mercato e somministrate ai pazienti senza studi completi. Senza il lavoro di controllo delle agenzie regolatorie (FDA, EMA, AIFA) non ci saranno piu’ garanzia di qualita’, sicurezza dei farmaci, ne’ farmacovigilanza.

Ancora, per facilitare i piani di rientro, alcune regioni, come ad esempio la Campania per decreto (n.156/2013), non permettono piu’ ai loro cittadini di curarsi nelle altre regioni dove c’e’ eccellenza, ignorando il diritto alla salute e la Costituzione italiana.

”Nel perseverare in tutto cio’ – conclude Roberto Messina – ci si allontana dall’unica strada possibile: ridare centralita’ al sistema, abolire il titolo V, indire gare nazionali e perseguire l’uguaglianza delle prestazioni sanitarie nel Nord-Centro-Sud. Secondo FederAnziani, se le istituzioni, Regioni per prime, non si impegneranno in questa direzione, continueranno a sperperare in maniera sconsiderata le tasse versate dai cittadini e finiranno per distruggere il Servizio Sanitario Nazionale in non piu’ di mille giorni”.

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