Le attività tremano: Pasticceria chiusa “per ingiustificata psicosi”.

L’emergenza sanitaria derivata dall’epidemia di Coronavirus sta creando non pochi disagi al nostro Paese e alla nostra economia. La storia che arriva dalla Pasticceria Camesco ne è l’emblema. L’attività ha infatti chiuso motivando la cosa con un cartello affisso sulla saracinesca “Chiuso per ingiustificata psicosi”.

pasticceria chiusa psicosi

Il proprietario ha poi spiegato il tutto tramite Facebook: “abbiamo deciso a malincuore di chiudere la nostra attività temporaneamente per colpa dell’isteria collettiva ingiustificata derivata da questo famigerato Coronavirus. In due giorni abbiamo constatato una perdita del fatturato di oltre il 50%, abbiamo buttato via chili e chili di prodotti freschi, uno spreco assurdo che ci ha fatto male, ed è per questo motivo che abbiamo deciso di chiudere, per evitare di perdere soldi e fatica”.

Il messaggio non si è fermato qui: “si sta facendo del terrorismo psicologico da parte dei giornalisti italiani, ma non vogliono capire che con questo allarmismo eccessivo le piccole e medie imprese saranno costrette a chiudere. Non parlo solo a titolo personale, ma anche i miei dipendenti sono a rischio se sarò costretto a chiudere bottega. Non possiamo fermare le nostre attività: gli affitti, le spese, le tasse, le utenze si devono pagare comunque tutti i mesi, e questi numeri non sono di certo bassi. Alcune attività rischiano di dover smettere anche dopo pochi giorni di chiusura forzata, noi possiamo resistere circa un mese con le saracinesche chiuse. Non date retta ai giornalisti ed alle trasmissioni tv, usate un po’ di buon senso, è un virus sicuramente da tenere sotto controllo, ma che si può combattere con basilari regole di igiene e di attenzione, non è un attacco atomico e non è il caso di lasciare la nostra città totalmente deserta”.

Voi che ne pensate? è una psicosi con allarmismo eccessivo o è giusto rivolgersi in questi termini alla popolazione? Lasciate un commento ed esprimete la vostra opinione a riguardo.

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