“Da quando c’è l’euro, ogni Tedesco ha guadagnato 23mila euro, ogni Italiano ne ha perso 74mila”

Da quando l’Italia è entrata nell’Eurozona ed ha adottato la moneta unica, si sono susseguite chiacchiere e guerre interne ai vari partiti su chi fosse a favore e chi volesse tornare indietro alla Lira.

euro germania

Ricordiamo che quando l’Italia annunciò il passaggio all’Euro, l’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi pronunciò la celebre frase: “Guadagneremo come un giorno in più, lavorando però un giorno in meno”. A distanza di vent’anni da questa frase, possiamo dire con sicurezza che mai nessuna previsione fu più sbagliata.

Uno studio condotto da una società tedesca ha stabilito con dei calcoli certi che l’Italia ha perso in media 74.000 euro per ogni cittadino, ma nonostante questi dati è assolutamente impensabile pensare di lasciare la moneta unica, poichè si andrebbe incontro ad uno spread incontrollato e interessi sul debito che sarebbero incontrollabili.

Nello studio condotto in Germania è stato calcolato quanto sarebbe stato il PIL pro capite se i Paesi dell’Eurozona avessero deciso di non introdurre l’euro. Per questo motivo grazie all’introduzione dell’Euro la Germania avrebbe guadagnato 1.893 miliardi di euro (circa 23.116 euro per cittadino), l’Olanda avrebbe guadagnato 346 miliardi di euro (circa 21.000 euro per cittadino) mentre tutti gli altri paesi sono in perdita. L’Italia ha perso 4.325 miliardi di euro (circa 73.605 euro per cittadino), la Francia ha perso 3.591 miliardi di euro (circa 55.996 euro per cittadino), cifre considerate clamorose dagli stessi studiosi. Dati che vanno clamorosamente a smentire i tifosi dell’Euro come l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti che continua a sostenere che la moneta unica è un bene e che ha salvato l’Italia e gli Italiani.

Andando ad analizzare l’Italia i ricercatori hanno potuto osservare che senza l’introduzione dell’Euro gli Italiani avrebbero guadagnato 9.000 euro a testa solo nell’anno 2017. Davanti a queste cifre nello studio viene citata una frase che dovrebbe far riflettere Romano Prodi e tutti coloro che ci hanno fatto passare alla moneta unica europea: “in nessun altro paese l’euro ha portato a perdite così elevate di prosperità”.

La Germania è invece il paese che ha più beneficiato dell’entrata in vigore della moneta unica e Romano Prodi lo sapeva benissimo dichiarando con un sorriso beffardo che il marco tedesco ne stava uscendo svalutato a suo tempo. Tale svalutazione ha infatti dato una spinta clamorosa all’economia tedesco, svolgendo una funzione di contrappeso tra le differenti economie che ha permesso appunto alla Germania di crescere in maniera esponenziale per anni. Nello studio è infatti perfettamente indicato che la Germania ha guadagnato in 20 anni più di 1.893 miliardi di euro, per un surplus commerciale del 8,5%, nonostante i trattati impongano ai vari paesi di non superare il 6%. Ancor peggio per noi Italiani è sapere che la crescita maggiore della Germania è arrivata soprattutto nel 2011, anno di piena crisi, dove nel nostro paese sono saltati centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Il surplus commerciale sopracitato è ancora più dannoso: in una zona, come l’Europa, dove la moneta viene emessa da un unico organo, la BCE – Banca Centrale Europea, è normale che un eventuale surplus commerciale possa essere fatto solo a discapito degli altri paesi che adottano la stessa moneta. Per questo motivo, se la Germania ha usufruito di vantaggi o ha guadagnato ricchezza, da qualche altra parte c’è stato un indebolimento o una perdita di ricchezza.

E la cosa paradossale di tutto il discorso è che adesso i paesi in difficoltà non possono fare nulla se non accettare la cosa: mentre anni fa l’Italia in difficoltà procedeva ad una svalutazione della Lira per rientrare in crescita, adesso tutto questo non è più possibile proprio grazie alla presenza della Banca Centrale Europea che impedisce di poter svalutare la moneta.

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One Comment

  1. Qualcuno conosce il nome della società che ha fatto questo studio? avrei bisogno anche dello studio in se, per le fonti in una tesi di laurea grazie

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