Reddito di cittadinanza: da oggi è obbligatorio fare dei lavori socialmente utili per il Comune.

Dopo mesi di ritardo, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la seconda fase riguardante il provvedimento sul Reddito di Cittadinanza.

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Con tale fase si sancisce che tutti i beneficiari del Reddito di Cittadinanza saranno obbligati a svolgere dei lavori di pubblica utilità per il proprio Comune di Residenza, così come dichiarato in fase di preparazione del provvedimento iniziale.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Governo ha quindi dato via ufficialmente alla seconda fase. I Comuni di Residenza dovranno quindi trovare le mansioni per i vari beneficiari del Reddito tra i progetti utili alla collettività, così come indicato nel decreto attuativo del 8 Gennaio 2020 emanato dal Governo.

Tra i progetti di pubblica utilità si intendono tutti quelli svolti in ambito sociale, culturale, ambientale e formativo dei vari beni comuni. Le ore spese dai beneficiari del Reddito di Cittadinanza nell’ambito dei progetti di pubblica utilità non sanciscono un rapporto di lavoro e non devono superare le otto ore settimanali, che possono essere divise in più giorni o anche terminate in un’unica giornata. In taluni casi è possibile non completare tutte le ore nella settimana e nel mese, purchè vengano recuperate successivamente, nell’ambito di un concordato con il Comune di Residenza.

Tutti coloro che non rispetteranno le condizioni indicate nel decreto attuativo e i vari accordi stabiliti con il Comune di Residenza potranno arrivare a perdere il Reddito di Cittadinanza, senza possibilità di appello.

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