Il negozio chiude i battenti per “mancanza di personale con voglia di lavorare”.

Le notizie di imprenditori che non riescono a trovare personale in Italia sembrano essere sempre più all’ordine del giorno. L’ultima notizia arriva da Valvasone, in provincia di Pordenone, dove lo spaccio Cospalat ha affisso un cartello che in sostanza recita “dobbiamo chiudere il negozio, non troviamo personale che abbia voglia di lavorare“.

negozio chiuso

I cittadini non hanno preso bene questo messaggio, addirittura uno di loro ha appeso una replica molto dura : “Vergognatevi“.

Come detto la storia arriva da Valvasone e riguarda un piccolo negozio di Piazza Mercato, al centro del borgo medievale, un ritrovo conosciuto da anni. Riccardo Zampa, consigliere di Cospalat, spiega al Gazzettino: “Siamo alla ricerca di due persone da tempo, ma non riusciamo a trovarle, a quanto pare lavorare il sabato sembra essere un problema insormontabile”.

Sembra essere infatti stato questo il tema dominante dei colloqui di lavoro, con alcuni candidati che si siano rifiutati di lavorare al sabato, infatti Zampa spiega: “il lavoro che offriamo è quello di commesso al banco dello spaccio di Valvasone, un totale di trenta o quaranta ore settimanali, con periodo di formazione iniziale prima di iniziare. I colloqui sono un inferno: su dieci appuntamenti, già almeno la metà rinunciano prima ancora di ascoltarci, dopodichè nessuno accetta. Siamo in condizioni critiche, per tenere aperto il nostro spaccio di Valvasone siamo stati costretti a spostare persone da altri luoghi del territorio friulano”.

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Zampa è un fiume in piena: “i famosi giovani senza lavoro non si vedono neanche ai colloqui: nessuno sotto i trent’anni si è presentato. Si presentano candidati con età superiore a 50 anni, ma con numerose rimostranze: non va bene lavorare il sabato, non va bene iniziare alle otto, oppure qualche km è una distanza insormontabile per arrivare al lavoro. Ho deciso di mettere su quel cartello polemico perchè ho raggiunto il limite della sopportazione”.

Il sindaco di Valvasone, Markus Maurmair, ha commentato l’intera vicenda su Facebook con un lungo post: “il cartello dello spaccio è molto preoccupante, bisognerebbe capire se ai candidati vengano fornite tutte le informazioni sul lavoro (stipendi garantiti, contesto lavorativo adeguato, come le temperature dei locali, e capacità di gestire il personale) prima di sparare sentenze così dure e nette. Ho paura che questa possa essere una giustificazione per chiudere l’attività, visto che vicino sta per sorgere un’attività concorrente molto pericolosa”.

Zampa ha risposto anche al sindaco: “noi paghiamo tutti gli stipendi, sono illazioni molto gravi“.
Inoltre sembrerebbe che, per una volta, il Reddito di Cittadinanza non c’entri nulla a riguardo.
Voi che ne pensate?

Un commento

  1. ARIDAJE! SE IL PRENDITORE IN OGGETTO NON TROVAVA PERSONALE,AL POSTO DI FARE QUESTA SCENEGGIATA E CHIUDERE IL NEGOZIO AVREBBE POTUTO AUMENTARE LA PAGA OFFERTA DEL 50 %,OLTRE A STABILIRE LA DURATA MASSIMA DELLA GIORNATA LAVORATIVA A 8 ORE. EVIDENTEMENTE,I PRENDITORI DI QUESTO SCIAGURATO PAESE CHIAMATO ITALIA,OLTRE A EVADERE LE TASSE,AMANO SFRUTTARE I PROPRI COLLABORATORI OLTREMISURA PER QUATTRO SPICCIOLI.

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